Martedì 19 aprile presso il Circolo Aurora di Arezzo, Giovanni Deidda, in arte Naska, batterista de “Gli Statuto”, band modernista torinese in attività dal 1983, ha presentato il diciottesimo album del progetto, nonché primo concept, intitolato “Amore di Classe”.

 

L'incontro è stato introdotto dal racconto delle origini del gruppo, il quale prende il nome da Piazza Statuto situata a Torino, luogo di incontro dei giovani mod durante il revival della corrente britannica sessantina, avvenuta negli anni ottanta, e che è composto da, per citare le parole di Naska, degli “operai della musica”, a volte sia incoscienti che caparbi, che però con costanza sono riusciti a portare avanti la loro passione per oltre tre decenni, ed è continuato ruotando attorno alla ideologia modernista, che si basa sostanzialmente sulla capacità di vivere al meglio le situazioni difficili. Mod, dice Naska, non si diventa, ma ci si scopre e lo si rimane tutta la vita: sono i particolari che nel vestiario fanno la differenza, ma certo non è l'abito quello che conta davvero. Musica afro e ska, cinema francese, vestiti e scooter italiani sono alcuni degli elementi che, commisti, si fanno simboli dell'onda che Gli Statuto solcano musicalmente e dei quali sono i più influenti esponenti italiani: working class che combatte una società che non funziona, dall'interno.

 

La digressione si è poi spostata intorno all'ultimo lavoro del complesso, che è nato attraverso un cammino artistico spontaneo, a detta del batterista. La trama di “Amore di Classe” racconta di due giovani, Adamo ed Eva, ovvio riferimento biblico, che si incontrano nel corso di una manifestazione, quando il giovane, caricato dai poliziotti, viene soccorso dalla ragazza ed i loro sguardi si incrociano. L'amore sboccia ed i due iniziano a frequentarsi fino al momento in cui la famiglia di Eva, a causa della diversità di ceto che intercorre tra le radici degli innamorati, decide di opporsi alla relazione. È innescato dunque un conflitto di classi: borghesi contrapposti ad operai, ergo punti di vista divergenti e condizioni economiche opposte. La vicenda prosegue con Adamo che parte per raggiungere la partner che oramai si è allontanata, e che farà la conoscenza di nuovi amici e visiterà luoghi fino a quel momento solo immaginati. L'intera storia è scandita dai brani de “Gli Statuto” forti di una componente elettronica più marcata rispetto ai lavori precedenti, ma non per questo carenti del timbro classico della formazione. La tematica portante del concept resta comunque la denuncia sociale, in particolare la discriminazione di classe, che pare, purtroppo, essere ancora piuttosto presente sul territorio italiano.

 

Riguardo alla musica contenente messaggi sociali, Naska ha sostenuto l'importanza di comunicare ciò che gli artisti ritengono importante e non concettualizzare a priori messaggi da inserire nei testi delle tracce; ha anche esortato le band a proporre prodotti di loro inventiva anziché cover di altri artisti, nonostante quest'ultima scelta possa permettere di suonare in concerti più facilmente: la musica potrà progredire solo in caso l'estro dei nuovi musicisti prenda il sopravvento.

 

Circa l'opera trattata nel corso dell'evento, si è parlato pure di SIAE nell'ottica di una band matura e in grado di vantare un successo a livello nazionale pluriennale. È emerso che anche per musicisti del calibro degli autori di “Amore di Classe”, la società privata succitata, che tanti individui credono pubblica, incentri il suo potere sul lavoro di molti finalizzato all'utile di pochi, anche se attualmente comunque parrebbe in declino questo tipo di schema.

 

È stato davvero entusiasmante poter assistere ad un ritrovo come quello descritto nelle righe sopra e riuscire a cogliere la veduta di un artista del calibro di Giovanni Deidda, che, disponibilissimo, ha risposto in modo esauriente a tutte le domande postegli da parte dei presenti e ha raccontato le sue esperienze in maniera genuina e divertente; non tutti gli artisti di tale livello sarebbero stati disposti a partecipare.

 

Un ringraziamento a parte deve infine essere fatto a Mu Fo - Music Forum per l'impegno nel portare avanti tale attività di cui davvero si necessita in un mondo dove purtroppo il contatto umano e culturale va disgregandosi, e al Circolo Aurora che rende possibile tutto questo mettendo a disposizione i propri ambienti e la cortesia dei gestori.

 

Jacopo Bucciantini e Gabriele Liberatori