Esperimento di arte democratica

Descrizione del laboratorio:

Ognuno dei cento partecipanti è intervenuto per massimo due minuti e mezzo su una delle cinque tele presenti in loco, stabilita mediante lancio di dadi, attraverso uno strumento ed un materiale specifico forniti dagli organizzatori, anch’essi decisi alla medesima maniera (consulta il regolamento). Gli strumenti messi a disposizione sono stati: pennelli, forbici, pennarelli, marker e pezzi di legno. I materiali messi a disposizione sono stati: colori acrilici, colla, carta di quotidiani, pellicola trasparente ed acqua. Non tutti gli strumenti forniti erano funzionanti.

Finalità del laboratorio:

Si è inteso effettuare un esperimento volto alla realizzazione collettiva di un’opera d’arte visuale, basata sulla casualità e la libera espressione. L’obiettivo è stato sia quello di valutare il comportamento dei partecipanti dinnanzi ad una richiesta insolita e bizzarra, sia quello di analizzare la capacità di rompere gli schemi cognitivi classici, a favore di un'elaborazione cogito-laterale. Ciò ha permesso di comprendere l'abilità dei singoli volontari di cambiare prospettiva e ricorrere a soluzioni creative.

Conclusioni:

La maggioranza dei partecipanti – di età compresa fra i quattordici e i diciannove anni – si è dimostrata, ad un primo approccio alla filosofia della performance, riluttante o comunque scettica circa il relativo valore, tuttavia la totalità degli stessi in breve tempo si è talmente immedesimata nel compito – abbandonando timidezza ed inibizione – da provare forte dispiacere al termine del tempo di intervento previsto ad personam. Solo in pochi hanno compreso che non vi fosse alcuna regola che prescrivesse un uso canonico degli strumenti e dei materiali messi a disposizione e perciò hanno sfruttato il loro estro in modo originale: alcuni hanno sciolto i tappi dei pennarelli per usare la plastica fusa come materiale di colorazione; altri hanno usato i pennelli o i marker come oggetto di decoro della tela, attaccandoli ad essa; altri ancora hanno utilizzato contenitori come lattine e bottiglie – usate per contenere l’acqua di pulizia dei pennelli – a mo’ di abbellimento. Cionondimeno, nessuno ha pensato di girare la tela per sfruttare il retro di essa o di rimuovere elementi già presenti sulle opere. L’esperimento ha evidenziato come certe scorciatoie cognitive siano radicate a tal punto da essere ostinatamente consultate nonostante palesi impossibilità: dei volontari hanno esaurito il tempo a loro disposizione – non nascondendo la successiva delusione – per cercare di riparare degli strumenti completamente ed evidentemente inutilizzabili. Una maggiore elasticità mentale, ottenibile tramite l’esercizio del pensiero laterale e lo studio dell’epistemologia in primis, è quantomeno consigliabile a molti degli adolescenti che hanno preso parte all’evento, affinché possano, conseguentemente, raggiungere un’abilità di problem-solving più dinamica e funzionale.


Risultati del laboratorio:

Senza nome #1

Senza nome #2

Senza nome #3

Senza nome #4

Senza nome #5

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